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COME OTTIMIZZARE LA VOSTRA PRESENZA SUL WEB?


Se volete che vostri investimenti sul Web producano un ritorno misurabile, dovete iniziare ad usare il Web per conquistare clienti. Un sito Internet non è un male necessario, ma è uno strumento che deve essere usato per fornire informazioni utili ai lettori sulla vostra azienda e i vostri prodotti/servizi e deve completare la vostra strategia di marketing, facendovi conoscere, ottenendo contatti con nuovi potenziali clienti. Se il vostro sito non fa nessuna di queste cose o ne fa solo qualcuna, è davvero un costo inutile. Però, se volete, ci sono delle alternative più interessanti. 

E quindi, come si può trasformare la vostra presenza sul web in un’opportunità di crescita e di guadagno per la vostra azienda? Innanzitutto bisogna analizzare bene il vostro sito web - la sua struttura, contenuti e tutte le funzionalità. Successivamente bisogna individuare le aree di criticità e scegliere la soluzione più adatta per fare in modo che attiri clienti, diventando un vero e proprio canale di vendita per i vostri prodotti o servizi. 

Oltre al miglioramento delle funzionalità del vostro sito esistono molte altre soluzioni per ottimizzare la vostra presenza sul Web. Grazie alle strategie web 2.0 potrete far sentire la vostra voce e la vostra presenza ai nuovi, potenziali clienti che ogni giorno navigano sull’Internet alla ricerca di informazioni. Oggigiorno è necessario sviluppare una forte presenza online, puntare sulle campagne a basso costo ed usufruire di alcuni nuovi strumenti come: corporate blog, social network o “ufficio stampa online” vi permettono di restare in contatto con i clienti ed essere sempre aggiornati e presenti sul web. 

All’inizio il timore di non avere niente da comunicare spesso ostacola l’apertura di un blog aziendale o una pagina sui social network. Eppure ogni azienda è una vera e propria fucina di notizie! Basta solo cercarle – ovviamente nel modo giusto. Molto spesso anche la paura di ricevere commenti negativi dai clienti scontenti scoraggia dall’aprire un blog. Ma se qualcuno è scontento di voi troverà un sacco di altri posti dove farlo sapere! Molto meglio che venga a dirlo a voi, permettendovi di correre ai ripari senza farvi perdere altri potenziali clienti. I blog aziendali ed i social media, ormai utilizzati da centinaia di imprese in Italia, consentono di dialogare con i clienti, fornire loro informazioni e mantenere il polso del mercato, ricevendo anche commenti, suggerimenti e preziosa collaborazione. 

Infine, se vi capita che i vostri clienti vi fanno sempre le stesse domande e tutti giorni passate molto tempo a dare sempre le stesse risposte, potrebbe voler dire che i vostri contenuti non sono organizzati nel modo giusto. Magari li avete pubblicati sul Web, ma risultano poco visibili; oppure sono disposti in modo poco intuitivo? Oppure non li avete pubblicati e dovreste farlo? O forse avete bisogno di altri strumenti, come una newsletter per raccontare le novità ai vostri clienti affezionati? 

Di certo quello che vi serve in questa situazione, è un progetto. Dovete stabilire il vostro obiettivo, analizzare i strumenti disponibili sul Web, proporre un progetto, concordare una strategia per investimenti e tempi ed, infine, realizzare il progetto del miglioramento della vostra immagine aziendale sul Web per renderla visibile, fruibile ed utile.

COSA FA UN CONSULENTE DI COMUNICAZIONE?

Innanzitutto, un consulente di comunicazione si occupa di ideazione e gestione delle strategie di comunicazione per piccole e medie imprese. Oggi per comunicare bene è indispensabile conoscere tutti gli strumenti che sono a disposizione: dai media tradizionali alle strategie Web 2.0. Per questo motivo un consulente deve sapere cosa fare per raggiungere ambiziosi traguardi aziendali, deve sapere quali sono gli andamenti di mercato e soprattutto non può esimersi dal conoscere le strategie aziendali, il marketing o le tecniche di promotion. Per essere in questa posizione molto spesso un consulente di comunicazione deve anche analizzare, amministrare ed ottimizzare li budget aziendale dedicato alla comunicazione. 

Cominciando di lavorare sull’immagine di un’azienda normalmente si parte dalla strategia di comunicazione che viene discussa con l'azienda e con la quale vengono studiate molte idee e soluzioni che mettono le basi per la costruzione di concetti, pensieri ed immaginazioni più complesse facilmente comprensibili dal target di riferimento. Studiando attentamente esigenze e necessità di ogni cliente, il consulente deve aiutare a progettare e realizzare in modo più funzionale l'interfaccia aziendale e il contenuto sottostante. A volte il suo ruolo somiglia alla funzione che svolge un art director in un’agenzia di comunicazione. In questi casi suo lavoro si applica anche alla realizzazione di supporti visivi, multimedia, storyboard. Un consulente deve anche saper mettere da parte il proprio gusto personale e rimettere in discussione il proprio lavoro ad esclusivo vantaggio del cliente e della sua azienda. E’ estremamente importante fare delucidazioni sulla strategia di comunicazione e creare un’immagine aziendale moderna ed efficace. 

In ogni progetto, oltre al combinare il valore strategico con idee innovative e soluzioni esteticamente ricercate ed attuali, il consulente deve essere aggiornato sui nuovi mezzi di comunicazione disponibili sul mercato. Deve conoscere ad esempio le strategie e le modalità operative per la rintracciabilità sull’Internet di un sito (web positioning), organizzare la presenza aziendale sui social network e introdurre nuovi strumenti come buzz marketing o e-commerce. Non è una funzione che conosce un architetto, né un grafico, ma solo un esperto di comunicazione al passo con la globalizzazione…

COSA FA UN ART DIRECTOR?

Art director o direttore artistico, è una figura professionale tipica della comunicazione pubblicitaria, che si occupa di studiare la parte visuale, grafica e tipografica della comunicazione di un prodotto o servizio. Lavora in coppia con il copywriter che si occupa della parte scritta e tutti e due insieme cercano il concetto creativo.  Un art director deve sapere come fare per raggiungere ambiziosi traguardi aziendali, deve saper leggere una copystrategy, deve sapere quali sono gli andamenti di mercato e soprattutto non può esimersi dal conoscere le strategie aziendali, il marketing o le tecniche di promotion. 

Il direttore artistico non va confuso con il direttore creativo, figura a capo del reparto che si occupa della creatività, e che coordina l'attività delle coppie formate da direttore artistico e redattore pubblicitario (copywriter). Quest'ultimo ha un senso più lato e identifica figure simili per responsabilità e scopi, fondamentali anche in altri settori: editoria, cinema, teatro, design, animazione, arti visive in genere. Un direttore artistico in alcuni casi può occuparsi della creazione di supporti visivi, multimedia, storyboard o semplicemente delle delucidazioni sulla comunicazione visiva di un’azienda. 

Il direttore artistico deve avere una solida competenza circa la comunicazione visuale e deve conoscere il valore evocativo e simbolico delle immagini, soprattutto se accompagnate ed esplicitate da un testo (solitamente composto da headline e body-copy). Egli deve inoltre selezionare i professionisti più adatti (fotografi, illustratori, grafici, registi, scenografi) ad ottenere l'effetto voluto. 

In campo editoriale l'art director studia l'immagine della casa editrice e delle sue collane, selezionando illustratori, fotografi e grafici e scegliendo le immagini per le copertine. Spesso, nelle case editrici minori, la figura dell'art director coincide con quella del designer che si occupa dei progetti grafici. 

Nel cercare un visual convincente per il prodotto o servizio, l'art director parte dalla considerazione di cosa il prodotto sia, di cosa offra e di cosa si voglia dire di questi aspetti. Inoltre considererà attentamente a che tipo di persone, con che mezzi di diffusione e con che costi e tempi si voglia e si possa comunicare. 

Si incarica, quindi, di individuare o concepire ex-novo l'immagine (o serie di immagini correlate) trainante dei vari prodotti. La scelta è certamente anche influenzata dal mezzo scelto: campagna stampa su quotidiani o periodici, campagna televisiva, multimedia, reti di formazione, pubbliche relazioni e tutto ciò che si renda necessario o produttivo. L'immagine potrà essere fotografica, illustrata o un misto delle due cose. La scelta tra queste dipenderà dal prodotto e dal messaggio che si vorrà dare, oltre che dalla storia comunicativa del prodotto e dai gusti personali dell'art e del cliente. Nella pratica, l' art non sceglie solo il concetto visivo (visual) trainante, ma studia anche l'impianto grafico e la scelta tipografica che fanno da cornice al visual. 

Inoltre, è, solitamente, responsabile del reparto grafico e supervisiona il lavoro di una variegata serie di professionisti. I grafici, anzitutto, che declinano il concetto principale sviluppato dall'art sui diversi mezzi scelti. Gli esecutivisti, che si occupano dell'aspetto tecnico della comunicazione, ovvero che il materiale sia rigoroso e coerente con le norme di impaginazione, non presenti difetti che possono pregiudicarne la resa sui mezzi scelti o farlo giudicare come raffazzonato ed eseguito con superficialità. L'art, inoltre, seleziona e supervisiona fotografi, illustratori e scenografi, truccatori, registi, cromisti, stampatori, fotolitisti, legatori, agenzie di pubbliche relazioni (le cosiddette PR) e tutti coloro che concorrono a dare il risultato finale e professionalmente allo stato dell'arte di quel visual che lui stesso ha concepito. 

Per scegliere con criterio il visual giusto, l'art deve poter fare delle valutazioni di marketing basandosi su dati il più possibile certi ed affidabili. Il valore e il significato di un'immagine, infatti, è strettamente relazionato con le caratteristiche del target di riferimento. 

In altre parole, una data immagine evocherà determinati concetti in determinate fasce della società, che hanno alcune caratteristiche specifiche e non altre, mentre in altre non evocherà nulla perché l'utenza non sarà interessata al prodotto. Ad esempio, non è rilevante per un giovane single di 25 anni se un pannolino per bambini irriti o meno la pelle, perché è assai improbabile che il single in questione abbia bambini e dunque sia interessato a un prodotto per loro. Potrebbe, invece, essere interessato ad una pensione integrativa o ad una assicurazione, perché probabilmente è all'inizio della sua carriera, magari di lavoratore autonomo.



Fonte: Wikipedia.